Il PIL della Germania segna una frenata importante nel secondo trimestre: -0,1%. Un crollo che preoccupa molto l’Italia.
BERLINO (GERMANIA) – Il PIL della Germania segna una frenata nel secondo trimestre. Secondo quanto riferito da Destatis, la crescita della nazione tedesca è stata del -0,1% rispetto ai primi mesi del 2019 dove si era registrato un +0,4%.
I motivi del calo
I motivi di questo calo sembrano essere dovuti ai dazi imposti da Donald Trump. Berlino, infatti, ha orientato la sua industria all’esportazione in particolare l’industria automobilistica, quella delle macchine utensili e della chimica. E la decisione di Washington di inserire le imposte non è servita a facilitare la crescita dell’economia tedesca.
Ed ora il rischio di una recessione è molto alta. “La contrazione del PIL – sottolinea Borger di Kfw Research citato dal Corriere della Sera – spalanca le porte ad una recessione tecnica, che scatta dopo due trimestri consecutivi in negativo. L’escalation dei conflitti commerciali tra gli Stati Uniti e Cina, il caos Brexit e l’indebolimento della crescita globale sono stati gli elementi che hanno determinato questa tempesta ed ora si rischia di naufragare in mare aperto“.
Brutte notizie – secondo l’Eurostat – anche per quanto riguarda la produzione industriale di giugno. In Germania è stato registrato un -1,8%. Percentuale superiore rispetto a quella dell’UE (-1,5%) ma anche rispetto all’Italia che è riuscito a contenere la perdita a -0,2%.
Economia tedesca in crisi, i rischi per l’Italia
La crisi economica della Germania rischia di avere degli effetti negativi anche per l’Italia. Il Paese tedesco è il primo mercato di sbocco per le nostre esportazioni. Nel 2018 sono salite a 58,1 miliardi con l’interscambio che ha registrato 128,4 miliardi. Numeri che potrebbero non essere raggiunti in questo 2019 visto che Berlino rischia di entrare in recessione. E nei prossimi mesi si deciderà il destino di una nazione che ha bisogno di un rilancio per guardare con fiducia al futuro.
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